Un eroe
Regia 4
Soggetto e sceneggiatura 5
Fotografia 3
Cast 4
Colonna sonora 4

L’incomunicabilità universale Una volta ero a casa di Matteo Lolletti, Direttore di BILLY, con altri redattori. Che facciamo, che non facciamo? Giochiamo, non giochiamo? Giochiamo. A cosa? A Secret Hitler. Un gioco, come Lupus in tabula, in cui, al posto di lupi e umani, ci sono fascisti e liberali che si contendono il potere. I ..

Summary 4.0 favoloso

Un eroe

L’incomunicabilità universale

Una volta ero a casa di Matteo Lolletti, Direttore di BILLY, con altri redattori. Che facciamo, che non facciamo? Giochiamo, non giochiamo? Giochiamo. A cosa? A Secret Hitler. Un gioco, come Lupus in tabula, in cui, al posto di lupi e umani, ci sono fascisti e liberali che si contendono il potere. I fascisti sanno chi sono i fascisti, ma i liberali non sanno se la persona accanto sia una camicia nera. In questo gioco i liberali devono eliminare i fascisti, si discute, si incolpa qualcunə che deve essere bravə a discolparsi e accusare un’altra persona. Ecco, io non sono bravo a parlare. Accusato di essere un fascista non sono riuscito a far valere la mia parola e sono stato buttato fuori dal gioco. Com’è finita la partita? Hanno vinto i fascisti, classico. 
Un eroe di Asghar Faradi, in un certo senso, è la trasposizione cinematografica di Secret Hitler.

Il regista iraniano ritorna a girare un film in Iran, precisamente a Shiraz, nella prigione della città e nel sito archeologico di Naqsh-e Rostam, dove si trovano le tombe dei re sasanidi e dei re achemenidi, quelle di Dario e Serse, ad esempio. Il film inizia proprio dentro la tomba di quest’ultimo, il re persiano che ha condotto il suo esercito contro le poleis greche, quello della Battaglia delle Termopili contro Sparta e Leonida: tre giornate di battaglia lungo un piccolo pezzo di terra. 
E, nuovamente, in un certo senso, quella che si trova ad affrontare il protagonista di Un eroe, Rahim Soltani, interpretato da Amir Jadidi, è la sua Battaglia delle Termopili

Rahim è detenuto nella prigione di Shiraz perché non è riuscito a saldare un debito con un creditore per aprire una nuova attività. Ma è un detenuto “modello”, si occupa di creare dei murales sulle pareti delle stanze del carcere, è ben voluto anche dalla dirigenza. Non ha problemi a ottenere un permesso per andare a trovare i cari e soprattutto la sua fidanzata, ancora non ufficiale. Inizia qui la sua Battaglia delle Termopili. Ha l’occasione di saldare il debito: Farkhondeh, la sua ragazza, ha trovato una borsa con dentro delle monete d’oro. Rahim potrebbe venderle e pagarsi il debito. La luce in fondo al tunnel è visibile, finalmente Rahim può sorridere, sposare Farkhondeh, vivere insieme, partire con una nuova vita. 

Ma, abbiamo detto, è un detenuto “modello” e allo stesso tempo una persona ingenua. Decide quindi di restituire la borsa con le monete d’oro e tornare in carcere per scontare la pena. Ed ecco qua, l’eroe, la persona che nonostante le sue difficoltà finanziarie decide di fare una scelta morale. Attorno a lui si crea il classico circo mediatico, interviste, ricostruzioni dell’evento, tante persone che vogliono sfruttare l’occasione per i propri interessi. Una visibilità mediatica che porta con sé, necessariamente, anche un altro elemento: chi non ci crede, gli oppositori, insomma, gli haters. Ed è così che la situazione si polarizza, che Rahim non viene creduto, quell’eroe è diventato per tanti una persona infame che ha costruito un evento per cercare la scarcerazione. In pochi credono alle sue parole, si ritrova circondato proprio come Leonida e i 300 spartani nella Battaglia delle Termopili. 

Rahim, proprio come me nella partita di Secret Hitler, non riesce a spiegare la sua posizione, non urla la sua motivazione, non riesce a difendersi. È una battaglia che è destinato a perdere. 

Un eroe è un film sull’incomunicabilità, su quanto sia difficile esprimere la propria opinione, anche se questa è giusta moralmente. Una questione che il film interroga è proprio questa: è più giusta la mossa di Rahim e quindi è più giusto restituire le monete d’oro sapendo di tornare in carcere o è meglio fregarsene della moralità e vivere individualmente e per i propri interessi? 

Un eroe, allora, parla soprattutto della bruttezza umana, della bestialità delle persone, dell’individualismo nella società e lo fa in maniera universale. Asghar Faradi avrebbe potuto girare questo film a Caltanissetta o a Milano e il fulcro del discorso non sarebbe assolutamente cambiato. Rahim sarebbe stato un eroe in Italia, negli Stati Uniti d’America e quindi anche in Iran. Un eroe analizza la condizione umana, il decadimento dei valori universali, della gentilezza e delle scelte morali. 

Vorrei chiudere con una frase di un film, iraniano, a cui sono molto legato, che affronta, forse, le stesse questioni, La casa è nera (Khaneh siah ast) di Forough Farrokhzad, che dice: «non vi è carenza di bruttezza nel mondo, ve ne sarebbe ancora di più se l’uomo distogliesse lo sguardo». 

Asghar Faradi non distoglie lo sguardo, anzi approfondisce e realizza un film straziante che suscita due reazioni emotive: da un lato ti tiene incollato allo schermo; dall’altro lato non vedi l’ora che finisca per far cessare le vessazioni a cui è sottoposto Rahim. In sostanza, in maniera superficiale, non vedi l’ora di distogliere lo sguardo

logo

Related posts

Moonrise Kingdom. Una fuga d’amore

Moonrise Kingdom. Una fuga d’amore

Moonrise Kingdom, USA, 2012, Wes Anderson (R.), Wes Anderson e Roman Coppola (Sc.) Wes Anderson si può amare od odiare, ma una cosa certamente gli va riconosciuta: è dannatamente elegante. Nella costruzione del quadro, nei movimenti di macchina, nella fotografia, nella scelta delle location...

Better Call Saul e la tragedia di un uomo ridicolo.

Better Call Saul e la tragedia di un uomo ridicolo.

A spasso nel tempo. Better Call Saul si conclude dopo sette anni dalla sua prima messa in onda. Iniziò tutto con Uno, primo episodio scritto e diretto da una delle due menti che presiedono l’intera architettura narrativa dell’universo di Breaking Bad, nato con la prima stagione del 2008. Nome...

Django Unchained

Django Unchained

Django Unchained, USA, 2012, Quentin Tarantino (R. e Sc.) Ci risiamo, torna Tarantino con il suo stile scoppiettante e ammiccante. I fan gioiscono, e i meno fan apprezzano. Dopo le disamine della blaxploitation di Jackie Brown, del cinema orientale di Kill Bill...