Hambachers: il bivio tra sopravvivenza e compromesso
Regia 3
Soggetto e sceneggiatura 4
Fotografia 3
Cast 4
Colonna sonora 4

Quello che colpisce in Hambachers (Open DDB con Arancia Meccanica Produzioni e Collettivo Irragionevole), documentario di Claudio Marziali e Leonora Pigliucci sull’attivismo ecologista sviluppatosi nella foresta di Hambach in Renania, ha immediatamente a che fare con la dimensione audiovisiva: da una parte immagini di colonne scure di poliziotti impassibili o, se in movimento, incespicanti nella vegetazione ..

Summary 3.6 bello

Hambachers: il bivio tra sopravvivenza e compromesso

Quello che colpisce in Hambachers (Open DDB con Arancia Meccanica Produzioni e Collettivo Irragionevole), documentario di Claudio Marziali e Leonora Pigliucci sull’attivismo ecologista sviluppatosi nella foresta di Hambach in Renania, ha immediatamente a che fare con la dimensione audiovisiva: da una parte immagini di colonne scure di poliziotti impassibili o, se in movimento, incespicanti nella vegetazione boschiva; dall’altra, gruppi variegati, colorati, danzanti, ricchi di speranza, accomunati dall’amore per la natura e l’antispecismo: un insieme di attivistə, gli Hambachers, che quella foresta la abitano nelle loro case in legno sospese sugli alberi e che, quando scendono, in quei rovi non incespicano mai

La scelta di abitare il bosco è molto chiara: RWE, colosso energetico tedesco, vuole trasformare la foresta nell’ennesimo bacino estrattivo di carbone. Nel 2012, un gruppo di giovani attivistə provenienti da tutta Europa – soprattutto Germania, Olanda e Belgio, paesi notoriamente vicini alla lotta ecologista radicale – decidono di abitare la foresta opponendosi con i proprio corpi all’intervento della multinazionale. Corpi che, come sottolineato nel documentario, non vengono intesi nella loro accezione di depositari del destino del mondo, ma come parte della natura e che con essa dialogano in un rapporto paritario. È la filosofia alla base dell’antispecismo: l’essere umano non ha alcun diritto precostituito di intendersi come superiore alle altre specie animali e alla natura che lə circonda; questo punto di vista comporta un totale rispetto degli ecosistemi circostanti e una conseguente opposizione a qualsiasi tipo di sistema socio-economico che prediliga lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali in chiave industriale ed energetica. 

Risulta perciò chiaro come questo tipo di resistenza, tristemente una delle ultime residue in un cosmopolitismo sempre più conformista e imperante, non sia solo ed esclusivamente filosofica, ma diventi critica verso il motore sociale principale dei problemi identificati dagli Hambachers: il consumismo sfrenato, derivato dalla comodità devastante delle pratiche capitaliste. Se un marziano arrivasse sulla terra e assistesse alla strutturazione del nostro sistema sociale, ammetterebbe che il capitalismo, infatti, è la pratica socio-economica più comoda che esista: si saltano le file, quando si vuole si sta al caldo, quando si vuole si sta al fresco. Un tasto immaginario viene schiacciato e il desiderio esaudito. Ma dietro si nasconde il necessario compromesso: chilometri di deforestazione, distruzione di interi ecosistemi, costruzione di agglomerati urbani e industriali che cambiano la conformazione geografica di intere aree. Ci sono alternative o questo compromesso ha già sorpassato il punto di non ritorno? 

Marziali e Pigliucci rappresentano la resistenza, e lo fanno senza esprimere giudizi: intervistano tuttə, da giovani pacifistə agli spiritualistə, da abitanti stabili agli anarco-terroristə. Quello che traspare è che vivere come un Hambacher è durissima, una vera e propria rinuncia alle comodità del nostro quotidiano. Freddo, caldo, case di legno sospese in aria e raggiungibili con sole funi. 

Qui il dilemma: saremmo disposti a vivere in questo modo per salvare la terra? Sotto questa luce i/le protagonistə del documentario mi ricordano il cittadino che si fa santo teorizzato da Rousseau: un essere umano votato alla critica civile e razionale di ogni fenomeno socio politico, mai ipocrita ne volto al compromesso. In questo caso, la stima per la santità degli Hambachers deriva non solo dal coraggio nell’opporsi al monopolio della violenza dei poteri politici e industriali, ma anche nella scelta di vivere aree anguste, scomode, opposte ai nostri caldi spazi casalinghi. 

Mi da pensare perché io, in grande sincerità, non sono sicuro ce la farei. 

E proprio questo dilemma mi porta a consigliare la visione di Hambachers. Perché se un documentario, un film, una canzone, un libro, un’opera, una poesia ti mettono davanti al bivio di valutare la tua posizione al mondo, allora sono maledettamente riusciti nel loro intento.

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