Top Gun: Maverick
Regia 3
Soggetto e sceneggiatura 3
Fotografia 3
Cast 4
Colonna sonora 4

Top Gun: Maverick, ovvero: la storia che ritorna con un finale differente.La generazione anni Ottanta ha versato qualche lacrima in sala non appena Maverick (Tom Cruise) ha indossato il giubbotto di pelle e ha montato in sella alla sua Kawasaki, accompagnato dallo storico main theme del film, composto da Harold Faltermeyer. È un chiaro richiamo ..

Summary 3.4 bello

Top Gun: Maverick

Top Gun: Maverick, ovvero: la storia che ritorna con un finale differente.
La generazione anni Ottanta ha versato qualche lacrima in sala non appena Maverick (Tom Cruise) ha indossato il giubbotto di pelle e ha montato in sella alla sua Kawasaki, accompagnato dallo storico main theme del film, composto da Harold Faltermeyer. È un chiaro richiamo al primo Top Gun, uscito nel 1986, ed è certo che si fa omaggio al deceduto regista Tony Scott.
Ora alla regia troviamo Joseph Kosinski.

Dopo trent’anni Pete “Maverick” Mitchell torna, pressoché identico, a parte qualche ruga in viso.
È un personaggio che non compie una vera e propria evoluzione nel tempo: non ha raggiunto un alto grado nella Marina, ma è rimasto Capitano di vascello. È vero che appare più consapevole e giudizioso, anche se, alla fin fine, dentro è rimasto lo spavaldo ragazzo che dimostra a tutti di essere il migliore alla guida di un aereo.

Dunque, non è tanto Maverick a cambiare ma, più di tutti, è Tom Cruise-attore che, ormai dopo trent’anni di carriera, mette in scena tutta la sua capacità attoriale insieme a un forte coinvolgimento per il personaggio e la voglia di ridare vita a quella storia di patriottismo americano che Top Gun è stato.

Non si può non citare anche la presenza di Val Kilmer, attore che nel Top Gun degli anni Ottanta interpreta Iceman, il rivale-amico di Maverick. Vi è una forte componente emotiva nella sua presenza perché realmente Kilmer ha sofferto di un tumore alla gola che non gli consente di parlare, ma la mancanza di comunicazione nel film è sopperita da un forte abbraccio tra i due personaggi, molto più reale che recitato. Perciò questo film in qualche modo si adatta agli anni Venti del nuovo millennio, ma allo stesso tempo rimane in dialogo col passato.

Mav è chiamato a vestire i panni dell’istruttore della nuova e giovane squadra dell’Accademia Top Gun. Tra di loro c’è Rooster (Miles Teller), il figlio di Goose (Anthony Edwards), l’amico di Mav che muore tra le sue braccia durante un’esercitazione.
Una morte che è causa principale dell’ambivalente relazione tra l’allievo e il nuovo istruttore, che fa apparire Mav quasi come fosse un padre adottivo, ma assente, e Rooster come il figlio orgoglioso.
Sono legati da un rapporto schivo che esploderà in sensi di colpa e rancore verso il finale, ma che chiaramente deve risolversi, almeno questa volta, con un lieto fine.

Rooster è certamente il motore che dà avvio alla narrazione, e anzi mi sento di dire che sorregge proprio l’intera struttura narrativa, la quale altrimenti sarebbe nient’altro che una storia di alcuni piloti americani che compiono una missione contro un imprecisato nemico. Alla quale si aggiunge la solita storia d’amore tra il protagonista e una vecchia fiamma, in questo caso Penny Benjamin (Jennifer Connelly), con la quale aveva già avuto una relazione trent’anni prima.
Sarebbe una copia del primo Top Gun con un Tom Cruise invecchiato (bene!) e dei giovani attori.

Qui, di fatto, in più rispetto al primo film vi è un obiettivo da raggiungere: ci sono degli eroi e una missione da compiere, che sicuramente nel primo non vi era.
Eppure, non basta la missione per dare senso al soggetto perché, se non vi fosse inserito al suo interno il rapporto tra Mav e Rooster, la trama si concluderebbe con una sfida pressoché compiuta tra vinti e vincitori.
Ed ecco allora che sarà proprio quel rapporto a ravvivare anche un finale che avrebbe rischiato di chiudersi su sé stesso come qualsiasi altro film action.

È un sequel che funziona anche in maniera a sé stante -certamente la visione del primo è consigliata. L’utilizzo di alcuni funzionalissimi flashback narrano le vicende essenziali del primo che ci consentono di comprendere i rapporti che si esplicano nel secondo.
Alcune scene sono senza dubbio avvincenti, quasi da togliere il fiato. Le battaglie aeree rapiscono lo spettatore, anche perché la maggior parte di quelle scene in volo sono state girate realmente.

È questa la novità anacronistica nell’odierno mondo di animazione CGI: gli attori volano realmente, anche quando si sarebbe potuto fare più uso dell’animazione senza nemmeno farlo notare.
La scelta di volare è stata di Tom Cruise che di aerei se ne intende per davvero! Insieme a lui, anche gli altri attori che interpretano i piloti della Top Gun hanno seguito un allenamento per riuscire a gestire quei ritmi da stuntman.

Perciò è difficile valutare Top Gun: Maverick, perché è un action come tanti altri nei quali Tom Cruise ha già recitato, ma è al contempo uno dei migliori proprio perché mantiene la modalità tipica di quelli di almeno dieci anni fa, è in questa maniera che gioca sull’emotività del suo pubblico.
Un pubblico curioso di vedere come la storia di Pete “Maverick” Mitchell si è evoluta. Chi sarà diventato? Cosa farà oggi? Sicuramente ritrovarlo dopo tanti anni quasi uguale al precedente personaggio conforta e fa tornare in mente quel periodo.

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