Nirvana

Costretto a rivivere gli stessi momenti come in un eterno déjà vu. Obbligato ad affrontare pericoli mortali, a morire e rinascere mille volte di seguito in un ciclo vitale infinito. Imprigionato in un mondo che di vero non ha nulla, in cui tutto è virtuale, effimero, finto e costruito ad hoc per essere spettacolare, esotico ed incredibile. Tutto questo solo per divertire persone sconosciute con cui mai potrà avere un rapporto. La vita del protagonista di un videogioco è davvero un incubo. Tanto che il personaggio si ribella e chiede al suo stesso creatore di essere cancellato.

Questa è una delle sottotrame di Nirvana, singolare pellicola per la carriera di Gabriele Salvatores. Unico caso di film di fantascienza italiano ad alto budget in pieno stile anni novanta. Una grossa coproduzione italo-francese che mette in scena una storia ispirata a più storie. Dentro c’è di tutto, dal Blade Runner di Ridley Scott al Neuromante di William Gibson, anche se il canovaccio principale prende vita dal romanzo Il cromosoma Calcutta di Amitav Ghosh. Il programmatore di videogiochi Jimi Dini (Christopher Lambert) scopre che, per colpa di uno strano virus, il protagonista del suo ultimo videogame (interpretato da Diego Abatantuono) ha acquisito una vita propria. Presa coscienza della sua natura effimera, Solo (nome non scelto a caso) chiede al suo creatore di cancellarlo prima che il software venga distribuito e venduto in tutto il mondo. Deciso ad attuare il piano, Jimi parte per un pericoloso viaggio che lo porterà ad affrontare il suo passato ripercorrendo le tracce della sua ragazza scappata da lui anni prima.

Il mondo virtuale del videogioco Nirvana (che dà il titolo al film) non è altro che lo specchio distorto del mondo reale di Jimi. Solo sembra una proiezione del suo creatore, che, perso e non più capace di identificarsi con la gabbia in cui è costretto a vivere, decide di ribellarsi ed uscire. Entrambe le storie parallele ruotano attorno ad una figura femminile forte. Jimi sarà costretto a riaffrontare in maniera dolorosa i ricordi della sua ragazza Lisa allontanatasi da lui senza un motivo apparente. Raggiungerà il suo scopo solo nel momento in cui affronterà le sue paure volando nel cyberspazio e rendendosi conto che i dolorosi ricordi del suo amore preservati nella sua mente non sono altro che effimere ricostruzioni dal suo punto di vista. Le memorie di Lisa sono state infatti salvate in un chip e rivivono nella testa del personaggio di Naima (Stefania Rocca), la quale rivelerà a Jimi la verità rompendo così il velo di finzione che teneva prigioniero il programmatore.

Solo invece tenta di mostrare a Maria, unico personaggio programmato per avere una relazione sentimentale con lui, la finzione che li tiene prigionieri. Ci riuscirà, ma Maria preferirà calare la testa e continuare a vivere la sua vita effimera come se nulla fosse. Il mondo digitale del cyberspazio (per Jimi) e del videogioco (per Solo) rappresenta quindi una gabbia, un mondo finto ma suadente dal quale rifuggire. Alla fine l’unico modo per Jimi e Solo di trovare la propria via di fuga, per compiere il proprio destino e la propria liberazione, sarà quello di morire, anzi di annullarsi. Non per niente, nella religione induista, il Nirvana è la liberazione dall’illusione terrena attraverso l’annullamento di sé e dei propri desideri.

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