Uomini liberi e animali in gabbia

L’altro giorno è venuto a trovarmi nella mia casa al mare sull’isola di Tobago il mio grande amico e compagno di bevute e proteste contro il fisco Gerard Depardieu. Dopo aver fatto fuori una cassa di Château Latour alla faccia dei contribuenti, abbiamo deciso di andare allo zoo. Cioè, lui ha deciso di andare allo zoo. A me lo zoo mette angoscia. Ho finto entusiasmo perché si sa, con gli ospiti sbronzi bisogna esser gentili, ma a me lo zoo m’intristisce troppo. Tutti quegli animali che, strappati al loro habitat naturale, finiscono dietro le sbarre, senza libertà di movimento. Vivono un’esistenza inutile: la loro ragione di esistere sta tutta nel farsi vedere dai mocciosi urlanti che affollano il parco ed i loro stufi genitori. Che ansia. Non sono esseri, sono immagini dei libri di scienze che, a differenza delle figure sui sussidiari, si muovono per davvero. Oddio, muovono, possono tuttalpiù piegare il collo, imprigionati come sono in tre metri quadrati di vita. Che ansia. Ma cosa penseranno, poi? Può davvero pensare, un animale che conduce quest’esistenza? Cosa pensano gli uccelli nati per librarsi nel cielo e finiti dentro una voliera? E le tigri, il cui istinto predatore è annullato dall’inserviente che gli porta la pappa pronta? Che ansia. E gli orsi, grandi grossi e pronti per affrontare i mille pericoli della natura, il cui unico pericolo è ora rappresentato dalle monetine che gli imbecilli tirano da dietro le sbarre? Fortuna che noi uomini siamo liberi.

Al pomeriggio, salutato Gerard, mi sono messo a lavorare sodo e questi pensieri sono scomparsi. La mia mente era fortunatamente totalmente impegnata a finire una commissione urgente per un cliente. Un lavoro orribile e secondo me inutile, ma contenti loro… Pagano bene. E mi servono soldi. Devo comprare la nuova auto. Mi serve per andare a lavorare. Mi servirebbe anche un nuovo computer, che il mio è ormai obsoleto, ha ben due anni. E il computer mi serve per lavoro. Prima o poi dovrò anche cercare un nuovo gestore di telefonia. Adesso spendo un sacco e non me lo posso permettere, ci lavoro io col telefono. Che a proposito di telefono, giusto l’altro giorno ho speso un mucchio di soldi, due terzi di stipendio, per lo smartphone di ultima generazione. A me lo smartphone serve, eh. Se no con cosa lo seguo Twitter? E Instagram? Mi serve per fotografare l’orso triste allo zoo e postare subito la foto sui social, se no come posso denunciare la sua mancanza di libertà? Vado a lavorare.

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