BIS IN PROGRESS

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Che belle amicizie, e che fruttuose collaborazioni possono nascere dall’incontro di un regista amante dell’orrore con una vecchia icona, un mostro sacro del cinema del terrore! Nel caso di Tim Burton e Vincent Price, ad esempio, attore che il regista di Burbank  ha da sempre adorato, ne sono scaturiti i bellissimi Vincent (1982, di Tim Burton) ed Edward mani di forbice (1990, di Tim Burton). Se però l’autore in questione è un feticista dei golfini d’angora che aspira a diventare il nuovo Orson Welles e la storia decreterà, suo malgrado, il peggior regista di tutti i tempi, e l’icona è un vecchio attore tossicodipendente così in declino che tutti nel mondo del cinema lo credono morto da tempo, disposto pressoché a tutto pur di lavorare ancora, ma con un orgoglio da divo ancora ardente, il risultato sarà qualcosa di molto simile a Due vite in una (meglio conosciuto col titolo originale Glen or Glenda, 1953, di Edward D. Wood Jr.), o La sposa del mostro (1955, di Edward D. Wood Jr.), o ancora Piano 9 dall’interspazio (1959, di Edward D. Wood Jr.). Stiamo evidentemente parlando del sodalizio tra l’ormai regista di (s)culto Ed Wood e il Dracula Hollywoodiano dei tempi d’oro, Bela Lugosi: un’amicizia che, almeno nella testa di Tim Burton, doveva essere molto simile a quella che lo legava a Vincent Price, tanto che il sottotesto del film che l’autore di Burbank dedica a Ed Wood (1994, di Tim Burton) assume, per questa parte, una valenza quasi autobiografica. E dall’affetto con cui Burton ritrae lo scalcagnato regista (affidandone il ruolo al suo attore feticcio Johnny Depp), non solo nel suo rapporto con un Lugosi prossimo alla fine (interpretato da un eccezionale Martin Landau, che vinse un Oscar come miglior attore non protagonista), ma anche negli altri aspetti della sua vita privata, soprattutto quelli più bizzarri, e nel loro intrecciarsi alla sua carriera, al suo sincero amore per il cinema e alla sua altrettanto schietta (e nient’affatto autocosciente) inadeguatezza alla regia, trapela chiaramente la stima che egli nutriva per questo personaggio bislacco e i suoi film altrettanto eccentrici.

Ed Wood è una commedia velata di elementi drammatici che omaggia con sentita riverenza una singolare porzione di storia del cinema del terrore degli anni ‘50 così caro a Burton e così centrale nella sua visione d’autore, che, nella scelta di girarlo in bianco e nero e di raccontare il punto di vista del discusso protagonista, mette in scena un meraviglioso metacinema bis in cui è lo stesso cinema di genere a raccontare se stesso. Un po’ come accade in Terror Firmer (1999, di Lloyd Kaufman), in cui la Troma (la più longeva casa di produzione cinematografica indipendente americana, specializzata in pellicole che spaziano dal trash al trash estremo, passando per il trashissimo) parodizza il proprio metodo produttivo raccontando la disperata impresa di un regista cieco (interpretato dallo stesso Kaufman) di portare a termine le riprese del nuovo film del Vendicatore Tossico mentre un misterioso assassino continua a mietere vittime tra i membri della troupe: per quanto incredibile, dentro c’è davvero tanta compiaciuta verità su come questi nuovi peggiori cineasti del mondo realizzano i loro film, e, ancora una volta, tanto cinema di genere raccontato con gli occhi di chi quel cinema lo vive, lo pensa e lo fa.

POVERI MA BILLY

L’appendice a basso budget di roba bizzarra o altrimenti interessante…

Doverosa premessa: questa volta non vogliamo essere in linea con il tema metacinematografico del pezzo, quanto piuttosto segnalarvi alcuni film significativi per capire il lavoro dei registi trattati.

Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV (2000, di Lloyd Kaufman): Ed Wood e Troma: accostamento azzardato? Giudicate voi, sapendo che il quarto film dedicato al Vendicatore Tossico vuole essere un remake, inquadratura per inquadratura, di Quarto Potere di Orson Welles, con l’aggiunta di peni mutanti e supereroi erotomani…

Glen or Glenda (1953, di Edward D. Wood Jr.): Ed Wood dirige e interpreta questo scult sulla transessualità

Piano 9 dall’interspazio (1959, di Edward D. Wood Jr.): per conquistare la Terra, una razza aliena attua il temibile Piano 9, che consiste nel far risorgere i morti (anche se apparentemente non più di 2 alla volta)

Poultrygeist: Night of the Chicken Dead (2006, di Lloyd Kaufman): polli-zombi-nativi-americani in un musical contro le grosse catene di fast food. C’è anche un hamburger posseduto.

Vincent (1982, di Tim Burton): cortometraggio in stop motion su un bimbo che vorrebbe essere Vincent Price… narrato dallo stesso Price!

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