The Movies

Chi non ha mai, almeno una volta nella vita, sognato di girare un film? Hollywood è sempre stata la fabbrica dei sogni e si è sempre adoperata a realizzare questi ultimi con ogni mezzo pur di compiacere il vasto pubblico. Ma prima o poi, ogni spettatore ha immaginato di mettersi dietro alla macchina da presa e realizzare una sua personale opera. Peter Molyneux ha intercettato questa volontà e ne ha approfittato per realizzare uno dei suoi tanti ambiziosi progetti. The Movies (PC 2005, Lionhead Studio) è un videogame appartenente alla categoria dei cosiddetti “gestionali”, cioè quelle opere ludiche che mettono l’utente nei panni di un manager o di un titolare di un’impresa virtuale. In The Movies il giocatore simula di essere un producer di Hollywood. Si parte degli albori del cinema nell’età del muto, gestendo un piccolo studio, comprando attrezzature, ingaggiando attori, registi ed operatori, decidendo la disposizione dei vari edifici e cose di questo genere. Si gestisce una attività in maniera divertente, fin qui nulla di strano. Ma Molyneux non si accontenta di dare ai giocatori un’esperienza canonica. The Movies ha un “di più”. Ecco che all’utente viene data la possibilità di entrare nel set e “interferire” con il lavoro del regista senza però prenderne totalmente il posto. Si può decidere il genere del film che si sta girando, dare precise direttive agli attori virtuali su quali movimenti fare, decidere le inquadrature e mettere mano ad un rudimentale montaggio. Ogni giocatore di The Movies, oltre che gestire il proprio studio può creare dei mini film, con la possibilità di pubblicarli online su una community dedicata. Praticamente Molyneux prende la filosofia dei Machinima (pratica secondo la quale si creano piccoli filmati sfruttando il motore grafico dei videogames) e ci costruisce un gioco attorno.

The Movies sembra trasformarsi in un piccolo programma per creare film, ma le sue meccaniche rimangono legate ad una struttura prettamente ludica. Attrezzature, scenografie, costumi ed effetti speciali sono legati alla nostra gestione dello studio e non liberamente accessibili come in altri software usciti in precedenza che permettevano di crearsi film virtuali come Steven Spielberg’s Director’s Chair (PC, 1996, Knowledge Adventure). Questo aspetto inserisce il processo creativo del mini film dentro ad una precisa meccanica di gioco stabilendo un legame indissolubile tra le due cose. Creare quindi diventa un’azione dipendente dal giocare, aspetto che non ha incontrato i favori del largo pubblico, che avrebbe preferito un software più libero e meno condizionato da meccaniche strettamente ludiche per dare sfoggio della propria creatività. In ogni caso The Movies è un oggetto molto particolare proprio per questa suo modo di comunicare e reinterpretare il processo creativo usando il linguaggio del videogame e aggiungendo al tutto una componente social attraverso il sapiente uso della community dedicata alla condivisione delle piccole opere create da ogni singolo utente. Peter Molyneux quindi materializza un sogno nel sogno, permettendo non solo di realizzare le singole fantasia di ogni spettatore, ma di farlo entrare in possesso della macchina stessa per realizzarle.

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