The Batman o il potere della maschera
Regia 3
Soggetto e sceneggiatura 4
Fotografia 3
Cast 4
Colonna sonora 3

Il 3 marzo 2022 è uscito in sala in Italia uno dei film più attesi dell’anno: The Batman per la regia di Matt Reeves a cui è affidato il compito di rilanciare ancora una volta il franchise dell’uomo pipistrello come già successo negli anni 2000 prima a Christopher Nolan e poi a Zack Snyder (quest’ultimo ..

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The Batman o il potere della maschera

Il 3 marzo 2022 è uscito in sala in Italia uno dei film più attesi dell’anno: The Batman per la regia di Matt Reeves a cui è affidato il compito di rilanciare ancora una volta il franchise dell’uomo pipistrello come già successo negli anni 2000 prima a Christopher Nolan e poi a Zack Snyder (quest’ultimo all’interno dell’universo DCEU).

In un periodo in cui il cinema ritorna sempre a se stesso, la scelta di Reeves, che nella sua carriera ha già avuto modo di riformulare il monster movie con Cloverfield (2008) e di re-immaginare il franchise de Il pianeta delle scimmie (girando il secondo e il terzo film di quella che è la migliore trilogia degli anni ’10 del 2000), si rivela dunque potenzialmente quella giusta, al punto che lui stesso sembra voler marcare l’unicità della sua creatura con quel “The” (Batman) prima del nome, quasi a voler tracciare un solco con tutto quello che c’è stato prima.

Un progetto sicuramente ambizioso (destinato a proseguire con altri film) che in questo primo capitolo vede in scena un Batman cupo, truccato sotto la maschera come Eric/Brandon Lee ne Il corvo (1994) e che non solo, come Eric, cerca vendetta, ma lui stesso ne è la personificazione: «sono vendetta» è la frase che ci dice per presentarsi quando appare sullo schermo.

La vicenda vede Batman già vigilante di Gotham da due anni (è ormai temuto dai criminali e inviso alla polizia), con il regista che quindi decide di rinunciare a una origin story e di portare il suo supereroe (interpretato da un Robert Pattinson che mantiene il pallore del vampiro di Twilight unendolo alla crisi interiore del miliardario rappresentato in Cosmopolis di Cronenberg) all’interno di una vera e propria detective story che lo vede confrontarsi con un serial killer, “L’Enigmista” (Paul Dano), che uccide le autorità della città di Gotham (il sindaco, il capo della polizia) in quanto corrotti e che sembra mirare anche allo stesso Batman a cui lascia sempre in ogni scena del crimine biglietti con enigmi da risolvere.

L’indagine, seguita insieme al commissario Gordon (Jeffrey Wright) e al fidato maggiordomo Alfred (Andy Serkis), si svolge nei bassifondi di una Gotham notturna e sempre piovosa e porta Batman a imbattersi in vari personaggi come l’affascinante Catwoman (Zoë Kravitz), il Pinguino (Colin Farrell), il boss mafioso Carmine Falcone (John Turturro) e a scoprire fatti che riguardano la sua famiglia a lui ignoti.

Un film che guarda molto agli anni ’90 sia come riferimenti cinematografici (Il corvo di Proyas, Seven di Fincher), che musicali (il brano Something in the way dei Nirvana è una delle colonne sonore) e che parallelamente all’indagine criminale ne porta avanti una interiore che vede Batman comprendere come la vendetta non possa essere la motivazione giusta per fare qualcosa per Gotham City, ma occorre altro per almeno tentare di ripulirla dalla corruzione dilagante al suo interno.

Quel che certo è che questo compito lo potrà adempiere solo con addosso la maschera e non nei panni di Bruce Wayne che, non a caso, compare pochissimo all’interno dell’opera, quasi a “rinnegarlo”, come a dire che quello che siamo nel quotidiano (anche se miliardari) non è oggi sufficiente per dare un reale contributo, ma ci occorre una maschera perché, come dice L’Enigmista: «la maschera mi ha reso libero di essere quello che sono davvero».

L’Enigmista infatti è colui che tramite la sua maschera «smaschera la verità» su Gotham, mentre quella dell’uomo pipistrello è la sola chiave per proteggerla. Se la sua corazza infatti è a prova di proiettile, non si può dire lo stesso per il corpo coperto da cicatrici e dai segni dei colpi presi di Bruce Wayne, quasi un simbolo del concetto che permea il film.

Ecco che allora in un momento storico dove tutti tendono a mostrarsi, ad apparire, l’unico modo per fare davvero qualcosa sembra quello di agire nell’ombra poiché, come dice Batman: «mi cercano nell’ombra, ma io sono l’ombra».

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