Due canzoni consigliate da BILLY
Sound?? di John Cage e Rahsaan Roland Kirk e SMiLE di DOMi & JD Beck
Tra immagini e musica, due pezzi forse jazz.
Nel secondo dopoguerra il jazz prende una strada che ben sposa i canoni del postmodernismo dei ’60. La sperimentazione disgrega le forme e sfocia nel free jazz, si ibrida con strumenti e tecniche dell’elettronica e del rock n’ roll – basti pensare alle distorsioni del Miles Davis di Bitches Brew (1970, Columbia Records), apoteosi nazionalpopolare del fenomeno free – e mette in connessione lo spirito d’improvvisazione con lo sfregio che la post modernità, un po’ autocosciente e un po’ pretestuosa, riserva all’analisi del reale.
C’è un documento, un girato di Dick Fontaine del 1966, che ben delinea questo stato di sperimentazione musicale, visiva, poetica, filosofica: 25 minuti in cui due artisti, e personaggi, creano un’esperienza audiovisiva che non è né una canzone in sé e nemmeno un documentario breve; o forse a pensarci, alla fine, è entrambe le cose.
I protagonisti sono Rahsaan Roland Kirk, gigante del jazz capace di suonare tre strumenti a fiato contemporanemante, immortalato mentre si esibisce dal vivo al Ronnie Scott’s Jazz Club e per strada, e John Cage, indefinibile genio musicale, sperimentatore del non suono, compositore diventato antimelodico e fanatico fondamentalista di Duchamp, di cui ha tradotto la controllata imprevedibilità nella pratica musicale e poetica. Sound?? – qui nella sua interezza – è la somma dei suoni liberi degli strumenti di Kirk – dal sax al sintetizzatore, dalla tromba fino ai kazoo distribuiti al pubblico con intento partecipativo – e le parole di Cage, scaturite dalla riflessione su cosa è diventato il suono nella modernità urbana mentre è impegnato nella scrittura di una pièce musicale per biciclette.
Il risultato è un prodotto che può essere visto, ascoltato, analizzato; che può stare in sottofondo, come miscuglio di parole e sonorità, o diventare oggetto di analisi e riflessione, di studi e teorie. Lo si guarda, nei movimenti furtivi di Cage mentre corre attorno alla camera, nei gesti veloci della mano di Kirk; lo si ascolta, per cercare di comprendere la filosofia alla base del rumorismo, della ricerca concettuale di un “oltre” – oltre il già sentito, oltre il già ripetuto, il sempre uguale, oltre le solite domande sul senso dell’arte – senza la pretesa di ricevere risposte immediatamente codificabili e facendosi così piacevolmente fregare da quel truffaldino concetto di “non” reso ormai regola fondante dell’avant-garde: non melodico, non capibile, non senso. Così imprevedibile e paradossale che, dopo 24 minuti di suono sempre più incalzante, presente ed esplosivo, John Cage termina Sound?? entrando in una camera anecoica dove tutto è silenzio.
Altri dello stesso periodo, ma sicuramente non tutti, da approfondire per il jazz sperimentale: Alice Coltrane, Ornette Coleman, Pharoah Sanders, Eric Dolphy, Joe Henderson, Marion Brown, Sam Rivers.
Sebbene meno iconoclasti, DOMi & JD BECK sono uno degli esempi più limpidi della declinazione del jazz nell’immaginario dei giorni nostri: un jazz in salsa generazione Z, intriso di elementi anime e cultura meme. Ne sono venuti fuori di variegati esperimenti così ultimamente, e non solo nel mondo propriamente jazzistico: il rock sperimentale dei The Garden, la breakcore devastante dei Machine Girl, il personaggio da manga del Thundercat più recente, a suo modo lo sfuggevole Kamaal Williams e il suo acquario su green screen, quel fumetto spassosissimo, e meraviglioso, che è Dywane “MonoNeon” Thomas Jr. DOMi & DJ BECK fanno parte di questo bellissimo universo fatto di colori sgargianti, estetica lo-fi, fattezze aliene e tempi dispari.
Finiti sotto l’egida di APESHIT, etichetta di Andreson .Paak, DOMi & DJ BECK hanno monopolizzato l’attenzione del mondo jazz con il loro primo long play NOT TiGHT (2022, Blue Notw/Apeshit/UMG). Dentro NOT TiGHT c’è “SMiLE”, pezzo con un video che vede la partecipazione attoriale di Mac Demarco, Thundercat, Teddy Ray, Tehillah De Castro, Anderson .Paak, Krystal Miles, Jhair Lazo. Una storia dai colori caldi in cui DOMi & JD BECK organizzano una festa di compleanno per il fantomatico Mcbriare Lanyon, vecchio e bisbetico jazzista ormai sordo da dieci anni e così impossibilitato a godere dell’amato jazz. Un video che unisce, nei contenuti e nelle forme, colori e personaggi che sembrano evocare il giusto mix del candore del mondo di Wes Anderson e l’inquietudine lugubre, ma divertita, di Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi di Brad Silberling. Un’unione simpatica degli elementi caratterizzanti di una cultura ibrida e così colorata, contemporanea e così ricercata, intrecciata. Ma anche leggera, piacevole, stimolante e soprattutto allegra.